Discussione:
Gli italiani assumono troppi antibiotici
(troppo vecchio per rispondere)
Giovanni B.
2010-08-04 12:28:23 UTC
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In Italia si continuano a consumare troppi antibiotici, anche se con molte
differenze tra una regione e l'altra e non sempre in correlazione con i
diversi contesti socio-demografici. Questa la situazione fotografata da una
ricerca coordinata dal professor Massimo Filippini dell'Università di Lugano
e dal professor Giuliano Masiero dell'Università di Bergamo e di Lugano,
presentata in occasione del 2° Health Econometrics Workshop.
Secondo i dati Campania, Sicilia e Calabria guidano la classifica dei
consumi mentre Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige risultano
le regioni più virtuose. Un divario solo parzialmente giustificabile
considerando le differenze che caratterizzano struttura demografica e
socioeconomica delle diverse zone del Paese. Difficile è allo stesso modo
stabilire dove si faccia un uso appropriato di questi farmaci.Gli studiosi
hanno preso in esame il consumo di antibiotici in 20 regioni italiane per un
periodo di tempo che va dal 2000 al 2007. Si può concludere che il prezzo
degli antibiotici (prezzo e ticket regionale) e il reddito sono fattori
importanti per la comprensione delle differenze regionali nel consumo di
antibiotici. Inoltre, analogamente a quanto emerso da uno studio effettuato
sulla Svizzera, anche per l'Italia l'uso pro capite ambulatoriale di
antibiotici sarebbe influenzato dalla struttura demografica della
popolazione e dal livello di mortalità. Senza contare che il livello di
consumo di antibiotici di un certo anno sembrerebbe influenzare il consumo
di antibiotici nell'anno successivo.
Una dinamica che sarebbe giustificabile con il fatto che il consumo di
antibiotici forma delle resistenze batteriche che si trascinano nel tempo. È
bene infatti ricordare come la resistenza agli antibiotici
(antibiotico-resistenza) possa contribuire al fallimento terapeutico, vale a
dire che in casi di resistenza l'antibiotico non fa effetto. Se largamente
diffuso, questo il problema può quindi rappresentare un grosso pericolo per
la salute dell'intera società (comportando conseguenze come l'aumento del
tasso di mortalità da malattie infettive, l'incremento dei costi
sanitari...).
Infine anche analizzando i dati resi disponibili dalla Sorveglianza Europea
sul Consumo di Antimicrobici (ESAC) tra il 2000 e il 2005, emerge che
l'Italia è tra i paesi europei che consuma più antibiotici (consumo
calcolato come numero di dosi definite giornaliere per 1000 abitanti). Se
poi l'Italia figura tra i paesi a maggior consumo, al contrario, Germania,
Olanda, Danimarca e Austria sono i paesi che consumano meno antibiotici. Il
livello medio di consumi di antibiotici in Italia tra il 2000 e il 2007 è
stato di 23,24 DDD (dosi definite giornaliere), con un picco nel 2006 (23,68
DDD) e un minimo nel 2000 (22,35 DDD). L'uso di antibiotici è rimasto
sostanzialmente stabile per tutto il periodo, ma un notevole grado di
eterogeneità dei consumi si osserva in tutte le Regioni. In generale, quelle
del centro Italia mostrano un uso maggiore di antibiotici pro capite (24,61
DDD) rispetto alle Regioni del Nord (18,25 DDD) e minore rispetto alle
Regioni meridionali e nelle isole (28,36 DDD).

fonte: http://www.infosalute.info/news.php?id=133

ciao
gio
Vincenzoni Attiliuntu
2010-08-17 15:33:19 UTC
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Post by Giovanni B.
In Italia si continuano a consumare troppi antibiotici,
dicono il professor Massimo Filippini
dell'Università di Lugano e il professor Giuliano Masiero
dell'Università di Bergamo e di Lugano
e a loro che c. gliene frega?
kiappas
2010-09-16 13:33:08 UTC
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Post by Giovanni B.
e dal professor Giuliano Masiero dell'Università di Bergamo e di Lugano,
http://www.unibg.it/dati/persone/1736/828-profilo2009.pdf

mica medico pero' !

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